Pubblichiamo da Guida agli Enti locali de il Sole24 ore (vedi link)
Del dissesto idrogeologico si parla soltanto quando una delle centinaia
di frane o alluvioni che ogni anno colpiscono il nostro Paese miete
vittime. I ben quattro milioni di ettari di terreno agricolo e forestale
in forte erosione e a rischio frane, pari al 13% del territorio
nazionale, invece, avrebbero bisogno di "interventi di mitigazione con
risorse consistenti" (circa sette miliardi, che diventano 40 per la
totale messa in sicurezza), come scritto nelle ''Linee guida per la
valutazione del dissesto idrogeologico e la sua mitigazione attraverso
misure e interventi in campo agricolo e forestale'', predisposte insieme
da Agea, Ispra e Rete rurale nazionale e appena pubblicate dal
ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e da quello
dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare.
La spesa
sembra enorme, soprattutto in un periodo di vacche magre per le casse
pubbliche come quello attuale, ma a ben vedere si tratta di interventi
indispensabili, tenuto conto che negli ultimi dieci anni il ministero
delle Politiche agricole ha erogato circa due miliardi di euro alle
Regioni per danni causati da eventi alluvionali a colture e aziende
agricole e la costante perdita di suolo agricolo e produttività delle
superfici forestali ha portato a un danno stimato di altri 2,5 miliardi
di euro in dieci anni, oltre alle spese periodiche di ripristino e
manutenzione gestite direttamente dai Comuni. Oltre 3,5 miliardi di
euro, inoltre, sono stati spesi con ordinanze di Protezione civile per
far fronte più in generale a calamità idrogeologiche.
I BOSCHI
Capitolo di non minore importanza quello dei boschi, che sono ad
alta e media criticità per frane e dissesti in una percentuale compresa
tra il 9% e 24% della superficie totale nazionale, pari a circa 700.000 e
1,9 milioni di ettari. Individuati, inoltre, circa 40.000 km di
reticolo idrografico minore da proteggere e stabilizzare in aree
boschive a elevata propensione all'erosione. Infine, le aree terrazzate
con colture permanenti (vigneti, oliveti, frutteti) ad alta e media
criticità per frana e perdita di suolo utile sono circa 33.000 ettari,
poco meno del 40% del totale delle superfici stimate a questa
destinazione.
GLI INTERVENTI
Le Linee guida indicano come individuare le aree che hanno bisogno di intervento immediato e quali misure adottare:
- manutenzione e ripristino della rete di drenaggio superficiale in aree agricole;
- stabilizzazione superficiale e protezione dei terrazzamenti in erosione;
-
riforestazione, gestione e mantenimento in buono stato di efficienza
ecologica del bosco e del suo reticolo idrografico minore.
Queste
misure – secondo le istruzioni operative dell'Ispra – porterebbero anche
diversi altri benefici al territorio, come la riduzione dei colmi di
piena e degli eventi alluvionali, la diminuzione della quantità di
sedimento immessa nella rete fluviale e quindi il miglior funzionamento
degli invasi artificiali idroelettrici, la conservazione della
biodiversità del territorio, l'incremento dell'assorbimento di anidride
carbonica per la mitigazione dei cambiamenti climatici, lo sviluppo
socio-economico e turistico legato anche alle produzioni di qualità e la
tutela dei paesaggi agricoli tradizionali.
Senza contare che la
ricaduta positiva sull'economia e sull'occupazione: secondo i calcoli
dell'istituto sarebbero creati circa 19.000 posti di lavoro per anno.
mercoledì 6 marzo 2013
Dissesto idrogeologico, le linee guida per valutare e fronteggiare i pericoli
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